La Cartomante... Madame Lenormand
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domenica 5 giugno 2011
Comunicazione con i defunti
Parecchie volte vengo contattata da amici e conoscenti , preoccupati da determinati sogni ricorrenti: I defunti... Come mai li sogniamo??
Il modo più semplice per i defunti di comunicare con i viventi è attraverso i sogni sebbene i defunti, come i viventi, non riescono a capirlo.
Nella maggior parte dei sogni il defunto appare vivente, e molto spesso il sognatore è inconsapevole che la persona sia morta fino al suo risveglio. La ragione è che i defunti sono veramente vivi benché non nel mondo fisico.
I defunti possono apparire come il sognatore li ricorda negli utimi giorni della loro vita fisica, specialmente nei primi sogni. Col tempo, è abbastanza comune che i defunti alterino il loro aspetto, si scrollino di dosso i segni dell’età e dei disturbi corporei, e si presentino sani e affascinanti. Le persone che muoiono in tarda età spesso riappaiono con l'aspetto di trentenni.
La maggior parte di questi sogni sembra riguardare incontri interpersonali.
Ci sono 3 principali modi in cui il defunto interagisce con noi nei sogni:
1 –Ci fanno sapere che sono ancora vicino a noi.
Abbastanza frequentemente i sogni dimostrano che i defunti sono presenti, semplicemente perchè non sono mai andati via.
I defunti possono soffermarsi perché non hanno terminato qualcosa, o desiderano agire come guida e proteggere la loro famiglia, o sono attaccati alle persone e ai posti che hanno amato nella vita, e questa potrebbe essere la loro felice collocazione per un anno o due, ma verrà il tempo in cui i nostri defunti sentiranno il bisogno di andare avanti nella loro evoluzione e cosi non diventano un peso per i viventi.
Poiché la nostra società fa poco per preparare la gente per l’aldilà, molte persone quando sono trapassate non sapendo di essere morte gironzolano in una sorta di limbo, bloccati tra i familiari ed i luoghi terreni. Dopo la morte noi continuiamo ad essere guidati dai nostri interessi, dai desideri e dalle nostre inclinazioni. Alcuni di quelli che sono morti ma non completamente trapassati continuano ad alimentare i loro desideri attraverso i vivi.
Quando i defunti rimangono legati alla terra, gli effetti sono malsani sia per quelli che sono morti che per i viventi ai quali si sono uniti. Quando i morti sono uniti ai vivi il risultato è una confusione reciproca, perdita di energia ed il trasferimento di inclinazioni, ossessioni e perfino disturbi fisici dal defunto alla persona il cui campo energetico è condiviso.
2- I defunti ci fanno visita
La maggior parte delle persone che ricordano i sogni possono ricordarne uno nel quale qualcuno dall’altra parte fa una chiamata telefonica, manda una lettera, o semplicemente bussa alla porta o si ferma al capezzale. I nostri defunti tornano a noi nei sogni per tutte le ragioni per le quali avrebbero potuto essere chiamati da noi nella vita fisica – includendo il semplice desiderio di dirci cosa stanno facendo e vedere come noi ci stiamo comportando – e molte altre ragioni: donarci emozioni, informazioni utili, istruirci sulla vita dopo la morte e la realtà del mondo al dilà di quello fisico.
I nostri defunti potrebbero venire a visitarci per offrire e per ricevere perdono.Potrebbero venire a mostrarci quanto essi stanno facendo dall’altra parte e possono anche essere ottimi consiglieri mentali quando acquistano lucidità e sono consapevoli che essi non sono limitati dalle regole dello spazio e del tempo.
3- Nei sogni viaggiamo nei regni dei trapassati
Nei nostri sogni, noi siamo liberi dalle leggi della realtà fisica, e viaggiamo in altre dimensioni, compresi i luoghi dove i morti vivrebbero. Attraverso sogni di questo tipo noi possiamo iniziare a sviluppare una personale geografia (mappa) dell’aldilà. Si esplorano molti luoghi dell’aldilà plasmati dall’immaginazione umana e sistemi di credenza collettiva.
C’è una lontana origine di esperienze di viaggi visionari di questo tipo. Attraverso età e culture, la maggior parte delle società umane ha tenuto in considerazione la conoscenza dell’aldilà, e le mappe del viaggio che abbiamo scritto sono molto spesso il prodotto dei sogni e delle esperienze visionarie.
Non penso sia possibile esagerare l’importanza dello sviluppo del primo stadio di conoscenza dell’aldilà, Se noi conoscessimo come esperienza diretta che c’è vita dopo la morte, noi potremmo affrontare le scelte e le sfide di questa esistenza più facilmente e con maggiore coraggio. Se fossimo coscienti del nostro futuro modo di esistere nell'aldilà, sarebbe piu' difficile rimanere bloccati o confusi, dopo esserci lasciati dietro i nostri corpi fisici.
Una delle mie convinzioni è questa:
Noi non li vediamo ma loro ci vedono, ci osservano, a volte ci studiano. E a volte.. noi sogniamo defunti che non ci appartengono.. proprio così..
Vi siete mai chiesti come mai?
Vi faccio subito un esempio per farvi capire bene il mio concetto:
Un giorno usciamo, andiamo in un parco.. vediamo gente.. Non prestiamo attenzione però a quanta gente vediamo, e schiaviamo occhi che a volte abbiamo fissi su di noi. Chi a volte ci osserva, al nostro contrario, si ricorda di noi! E' così anche per loro.. a volte non passiamo indifferenti ai loro occhi e così loro al contrario di noi, iniziano a conoscerci.. ecco perchè a volte anche io sogno coloro che in vita.. magari vedevo tutti i giorni ma ora non ci sono più! Altri invece chiedono solo aiuto a chi sanno .. possono darglielo. Io cercherò di tenere la porta aperta.. se vogliono un aiuto.. sono qui per loro!!!
Il modo più semplice per i defunti di comunicare con i viventi è attraverso i sogni sebbene i defunti, come i viventi, non riescono a capirlo.
Nella maggior parte dei sogni il defunto appare vivente, e molto spesso il sognatore è inconsapevole che la persona sia morta fino al suo risveglio. La ragione è che i defunti sono veramente vivi benché non nel mondo fisico.
I defunti possono apparire come il sognatore li ricorda negli utimi giorni della loro vita fisica, specialmente nei primi sogni. Col tempo, è abbastanza comune che i defunti alterino il loro aspetto, si scrollino di dosso i segni dell’età e dei disturbi corporei, e si presentino sani e affascinanti. Le persone che muoiono in tarda età spesso riappaiono con l'aspetto di trentenni.
La maggior parte di questi sogni sembra riguardare incontri interpersonali.
Ci sono 3 principali modi in cui il defunto interagisce con noi nei sogni:
1 –Ci fanno sapere che sono ancora vicino a noi.
Abbastanza frequentemente i sogni dimostrano che i defunti sono presenti, semplicemente perchè non sono mai andati via.
I defunti possono soffermarsi perché non hanno terminato qualcosa, o desiderano agire come guida e proteggere la loro famiglia, o sono attaccati alle persone e ai posti che hanno amato nella vita, e questa potrebbe essere la loro felice collocazione per un anno o due, ma verrà il tempo in cui i nostri defunti sentiranno il bisogno di andare avanti nella loro evoluzione e cosi non diventano un peso per i viventi.
Poiché la nostra società fa poco per preparare la gente per l’aldilà, molte persone quando sono trapassate non sapendo di essere morte gironzolano in una sorta di limbo, bloccati tra i familiari ed i luoghi terreni. Dopo la morte noi continuiamo ad essere guidati dai nostri interessi, dai desideri e dalle nostre inclinazioni. Alcuni di quelli che sono morti ma non completamente trapassati continuano ad alimentare i loro desideri attraverso i vivi.
Quando i defunti rimangono legati alla terra, gli effetti sono malsani sia per quelli che sono morti che per i viventi ai quali si sono uniti. Quando i morti sono uniti ai vivi il risultato è una confusione reciproca, perdita di energia ed il trasferimento di inclinazioni, ossessioni e perfino disturbi fisici dal defunto alla persona il cui campo energetico è condiviso.
2- I defunti ci fanno visita
La maggior parte delle persone che ricordano i sogni possono ricordarne uno nel quale qualcuno dall’altra parte fa una chiamata telefonica, manda una lettera, o semplicemente bussa alla porta o si ferma al capezzale. I nostri defunti tornano a noi nei sogni per tutte le ragioni per le quali avrebbero potuto essere chiamati da noi nella vita fisica – includendo il semplice desiderio di dirci cosa stanno facendo e vedere come noi ci stiamo comportando – e molte altre ragioni: donarci emozioni, informazioni utili, istruirci sulla vita dopo la morte e la realtà del mondo al dilà di quello fisico.
I nostri defunti potrebbero venire a visitarci per offrire e per ricevere perdono.Potrebbero venire a mostrarci quanto essi stanno facendo dall’altra parte e possono anche essere ottimi consiglieri mentali quando acquistano lucidità e sono consapevoli che essi non sono limitati dalle regole dello spazio e del tempo.
3- Nei sogni viaggiamo nei regni dei trapassati
Nei nostri sogni, noi siamo liberi dalle leggi della realtà fisica, e viaggiamo in altre dimensioni, compresi i luoghi dove i morti vivrebbero. Attraverso sogni di questo tipo noi possiamo iniziare a sviluppare una personale geografia (mappa) dell’aldilà. Si esplorano molti luoghi dell’aldilà plasmati dall’immaginazione umana e sistemi di credenza collettiva.
C’è una lontana origine di esperienze di viaggi visionari di questo tipo. Attraverso età e culture, la maggior parte delle società umane ha tenuto in considerazione la conoscenza dell’aldilà, e le mappe del viaggio che abbiamo scritto sono molto spesso il prodotto dei sogni e delle esperienze visionarie.
Non penso sia possibile esagerare l’importanza dello sviluppo del primo stadio di conoscenza dell’aldilà, Se noi conoscessimo come esperienza diretta che c’è vita dopo la morte, noi potremmo affrontare le scelte e le sfide di questa esistenza più facilmente e con maggiore coraggio. Se fossimo coscienti del nostro futuro modo di esistere nell'aldilà, sarebbe piu' difficile rimanere bloccati o confusi, dopo esserci lasciati dietro i nostri corpi fisici.
Una delle mie convinzioni è questa:
Noi non li vediamo ma loro ci vedono, ci osservano, a volte ci studiano. E a volte.. noi sogniamo defunti che non ci appartengono.. proprio così..
Vi siete mai chiesti come mai?
Vi faccio subito un esempio per farvi capire bene il mio concetto:
Un giorno usciamo, andiamo in un parco.. vediamo gente.. Non prestiamo attenzione però a quanta gente vediamo, e schiaviamo occhi che a volte abbiamo fissi su di noi. Chi a volte ci osserva, al nostro contrario, si ricorda di noi! E' così anche per loro.. a volte non passiamo indifferenti ai loro occhi e così loro al contrario di noi, iniziano a conoscerci.. ecco perchè a volte anche io sogno coloro che in vita.. magari vedevo tutti i giorni ma ora non ci sono più! Altri invece chiedono solo aiuto a chi sanno .. possono darglielo. Io cercherò di tenere la porta aperta.. se vogliono un aiuto.. sono qui per loro!!!
giovedì 2 giugno 2011
Il sesto senso
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sabato 14 maggio 2011
IL FUTURO NEI FONDI DEL CAFFè
Questo è un metodo divinatorio che ha sicuramente un certo fascino.
Leggere il fondo del caffè non è facile, bisogna avere una buona conoscenza di quest'arte che si acquisisce solo dopo molta pratica.
Questo tipo di divinazione, la tradizione lo insegna, deve essere fatta rigorosamente con il caffè cosiddetto 'alla turca' e cioè la miscela di caffè che si unisce a cucchiaini nell'acqua calda e che si prepara per infusione. Forse non è proprio ottimo come gusto ma per sondare il futuro ...
Una volta pronto si beve il caffè senza aggiungere zucchero e si lascia sul fondo un po di liquido scuro. A questo punto si fa ruotare la tazza e la si capovolge sul piattino. Si devono attendere almeno 2 altri minuti per lasciare il tempo ai residui di caffè di depositarsi sul fondo e sui bordi della tazzina poi tutto è pronto; si guarda dentro la tazza e si interpretano le figure che si sono formate, concentrandosi molto e senza fretta. Le immagini si devono aprire nella mente di chi le legge nel momento che le si riconosce nella tazzina.
ESEMPIO DIVINATORIO:
Il soggetto in questione avrà molto presto una realizzazione sentimentale in quando il cerchio che vediamo nel fondo della tazzina non ha ne una fine ne un inizio. Il cerchio è una delle figure positive che nei fondi possiamo trovare. Vi chiederete come mai dico che la realizzazione sia nel campo sentimentale e non in un altro? Semplice se osserviamo bene il cerchio non è proprio tondo, ma bensì ha una lieve forma di cuore.
Non vado oltre ma se a qualcuno interessa una consultazione.. mi contatti!!
Buon caffè a tutti...
Leggere il fondo del caffè non è facile, bisogna avere una buona conoscenza di quest'arte che si acquisisce solo dopo molta pratica.
Questo tipo di divinazione, la tradizione lo insegna, deve essere fatta rigorosamente con il caffè cosiddetto 'alla turca' e cioè la miscela di caffè che si unisce a cucchiaini nell'acqua calda e che si prepara per infusione. Forse non è proprio ottimo come gusto ma per sondare il futuro ...
Una volta pronto si beve il caffè senza aggiungere zucchero e si lascia sul fondo un po di liquido scuro. A questo punto si fa ruotare la tazza e la si capovolge sul piattino. Si devono attendere almeno 2 altri minuti per lasciare il tempo ai residui di caffè di depositarsi sul fondo e sui bordi della tazzina poi tutto è pronto; si guarda dentro la tazza e si interpretano le figure che si sono formate, concentrandosi molto e senza fretta. Le immagini si devono aprire nella mente di chi le legge nel momento che le si riconosce nella tazzina.
ESEMPIO DIVINATORIO:
Il soggetto in questione avrà molto presto una realizzazione sentimentale in quando il cerchio che vediamo nel fondo della tazzina non ha ne una fine ne un inizio. Il cerchio è una delle figure positive che nei fondi possiamo trovare. Vi chiederete come mai dico che la realizzazione sia nel campo sentimentale e non in un altro? Semplice se osserviamo bene il cerchio non è proprio tondo, ma bensì ha una lieve forma di cuore.
Non vado oltre ma se a qualcuno interessa una consultazione.. mi contatti!!
Buon caffè a tutti...
lunedì 9 maggio 2011
Le Rune
Le rune, che assomigliano a strane lettere primitive, fungevano da alfabeto alle tribù del Nord Europa. Se ne ritrovano sulle pareti di grotte abitate 2000 anni prima di Cristo. Questi simboli, che esprimono diversi aspetti della natura, sono giunti sino a noi perché custodi di una saggezza ancestrale: ci permettono allo stesso tempo di rispondere alle domande sul nostro futuro immediato, e di ricongiungerci con la natura, la nostra e quella che ci circonda.
Oggetti che portano fortuna:
Il calderone
Fin dai tempi antichi il calderone è sempre stato uno degli elementi fondamentali che costituiscono gli arnesi essenziali di una cucina. Viene utilizzato per miscelare fra di loro elementi di varia natura riscaldandoli sulla fiamma del camino. Fondamentale caratteristica di un calderone è la sopportazione del caldo generato dal fuoco il quale riscalda il contenuto del recipiente fino alla temperatura gradita.
Questo esemplare è realizzato in ferro battuto in ogni suo elemento. Presenta un tripode di venti centimetri a supporto di un contenitore circolare avente il diametro massimo di un metro e mezzo con una bocca di un metro i cui bordi sono stati lievemente incurvati verso l'esterno per contenere il liquido. A due estremità contrapposte della bocca sono stati applicate due maniglie dalle quali si sviluppa un archetto lungo e ricurvo tanto quanto metà della circonferenza della bocca utile a poter agganciare il calderone ad un sostegno superiore o a trasportarlo da un luogo ad un altro.
Lasciato allo stato grezzo con superficie a buccia d'arancia, il calderone è stato sottoposto ad alte temperature per verificarne la qualità e, ottenuti risultati positivi, è pronto per essere consegnato.
Nelle arti magiche invece, il calderone è uno strumento importante dentro il quale la strega comincia lapreparazione di cibi e bevande. E’è proprio il calderone il contenitore nel quale avvengono le varie trasformazioni magiche, è il fautore di pozioni e molto altro ancora.
Per le Streghe il calderone è uno dei simboli della Dea, l’essenza della femminilità e della fertilità, ma non solo, poiché è anche simbolico per l’elemento dell’Acqua, per la reincarnazione, l’immortalità e l’ispirazione.
Le leggende celtiche sul calderone di Cerridwen hanno avuto un forte impatto sulla Stregoneria di oggi, difatti il calderone è spesso un punto focale del rituale poiché rappresenta la prosperità e l’abbondanza, nonché l’utero materno, anche se il suo aspetto chiama a sè simbologie magiche ed esoteriche.
Il Calderone poggia su un treppiedi che è simbolo del triplice aspetto della Dea, inoltre rappresenta i quattro elementi: il Fuoco fa bollire l’Acqua ce, insieme alle erbe, che sono il dono della Terra, crea vapore simbolo dell’Aria.
Il calderone, così come faceva mia nonna quando ero piccola, durante i riti della primavera viene riempito anche di acqua fresca e fiori, mentre durante la stagione invernale si accende un fuoco al suo interno per rappresentare il calore e la luce del Sole (il Dio) che ritorna dal calderone ( la Dea ). Questo rituale si ricollega ai miti agricoli, dove il Dio nasce in inverno, raggiunge la maturità in estate, e muore dopo l’ultimo raccolto.
Il vero calderone dovrebbe essere di ferro, poggiato su di un treppiede, con l’apertura più stretta del resto del corpo, ma spesso non è così, inoltre le dimensioni dei calderoni vanno dai pochi centimetri di diametro, a un metro.
Il calderone può essere uno strumento di osservazione riempiendolo di acqua ed osservando le sue buie profondità o servire da contenitore nel quale preparare le pozioni.
mercoledì 27 aprile 2011
INTUIZIONI
Chi non ha mai avuto la sensazione, spesso forte, che qualcosa stia per avvenire, che qualche evento ci sta per interessare da vicino?
Una sensazione forte, spesso accompagnata da uno stato emozionale intenso, tachicardia, sudorazione, senso di angoscia.
Prima di tutto iniziamo con il chiarire che la maggioranzadelle persone non è in grado di avere “premonizioni” : quasi sempre è una predisposizione naturale e non bisogna confondere le normali paure accentuate dagli stati d’animo.
La quasi totalità delle persone che dice di avvertire che qualcosa sta per accadere, riferisce che la sensazione è quasi sempre per qualcosa di brutto, qualcosa di negativo che sta per accadere.
Ma cos’è esattamente una “premonizione”? La premonizione è prevedere qualcosa che avverrà nel futuro : viene anche chiamata precognizione quella facoltà, appunto, che mette in condizione un soggetto di prevedere con una discreta certezza e puntualità eventi del futuro, sia positivi che negativi.
Una sensazione forte, spesso accompagnata da uno stato emozionale intenso, tachicardia, sudorazione, senso di angoscia.
Prima di tutto iniziamo con il chiarire che la maggioranzadelle persone non è in grado di avere “premonizioni” : quasi sempre è una predisposizione naturale e non bisogna confondere le normali paure accentuate dagli stati d’animo.
La quasi totalità delle persone che dice di avvertire che qualcosa sta per accadere, riferisce che la sensazione è quasi sempre per qualcosa di brutto, qualcosa di negativo che sta per accadere.
Ma cos’è esattamente una “premonizione”? La premonizione è prevedere qualcosa che avverrà nel futuro : viene anche chiamata precognizione quella facoltà, appunto, che mette in condizione un soggetto di prevedere con una discreta certezza e puntualità eventi del futuro, sia positivi che negativi.
Sfatato il primo punto, cioè quello che le premonizioni sarebbero solo quelle in grado di rivelarci eventi negativi, occorre precisare che possono presnetarsi in vario modo.
Genericamente sono “sensazioni” che informano la nostra anima che qualcosa sta per accadere, qualcosa che riguarda noi, o le persone prossime o con cui siamo in contatto.
Ma oltre alle sensazioni si può avere precognizione nei sogni o fino a vere e proprie visioni.
Una seconda vista in definitiva che ci consente di penetrare il prossimo futuro, una visualizzazione di un evento che sta per avvenire a distanza di chilometri.
La precognizione, lo ribadiamo a scanso di equivoci, non è affatto comune e sposa integralmente il concetto di “sensitività”.
Celebre, ad esempio, è il caso dell’olandese Gerard Croiset dove la precognizione esplode nella sua spiccata sensitività , al punto che fu spesso interpellato per risolvere il caso di persone scomparse, o casi di omicidio.
Croiset usava toccare e stringere oggetti appertenuti, ad esempio, alla vittima di un omicidio e riusciva a descrivere, spesso nei dettagli, la scena del delitto e il suo assassino.
Gerard Croiset metteva a disposizione di tutti le proprie facoltà e senza alcun fine di lucro.
Un giorno fu sottoposto a un esperimento : portato in un teatro, fu poi portato in una sala attigua, e gli fu chiesto di descrivere la persona che aveva preso il suo posto a sedere in sala. La descrizione, inutile dirlo, fu accurata anche nei dettagli.
Ma Croiset aveva anche precognizione anche per eventi del futuro : vero che numerosi furono i suoi fallimenti, ma è anche vero che le sue capacità extrasensoriali, attraverso le quali riusciva a prevedere eventi futuri, altrimenti non prevedibili, sono state universalmente riconosciute.
Altri esperimenti sono stati condotti nel corso degli anni da studiosi : come, ad esempio, quello delle luci rosse.
Su un quadro vengono fissate delle luci rosse che possono essere accese alternativamente singolarmente o in gruppo : l’esperimento consiste nel chiedere alla persone di indicare quali saranno le luci che si accenderanno man mano.
Le persone sottoposte a questo esperimento si dividono in tre gruppi : quelli che non riescono a prevedere quali lampadine si accenderanno, quelli che hanno una discreta quantità di risposte esatte , e , in numero davvero esiguo, quelle che hanno una percentuale di errore prossime allo zero.
La terza categoria vengono poi sottoposti a ulteriori esperimenti per confermane le capacità extrasensoriali.
Genericamente sono “sensazioni” che informano la nostra anima che qualcosa sta per accadere, qualcosa che riguarda noi, o le persone prossime o con cui siamo in contatto.
Ma oltre alle sensazioni si può avere precognizione nei sogni o fino a vere e proprie visioni.
Una seconda vista in definitiva che ci consente di penetrare il prossimo futuro, una visualizzazione di un evento che sta per avvenire a distanza di chilometri.
La precognizione, lo ribadiamo a scanso di equivoci, non è affatto comune e sposa integralmente il concetto di “sensitività”.
Celebre, ad esempio, è il caso dell’olandese Gerard Croiset dove la precognizione esplode nella sua spiccata sensitività , al punto che fu spesso interpellato per risolvere il caso di persone scomparse, o casi di omicidio.
Croiset usava toccare e stringere oggetti appertenuti, ad esempio, alla vittima di un omicidio e riusciva a descrivere, spesso nei dettagli, la scena del delitto e il suo assassino.
Gerard Croiset metteva a disposizione di tutti le proprie facoltà e senza alcun fine di lucro.
Un giorno fu sottoposto a un esperimento : portato in un teatro, fu poi portato in una sala attigua, e gli fu chiesto di descrivere la persona che aveva preso il suo posto a sedere in sala. La descrizione, inutile dirlo, fu accurata anche nei dettagli.
Ma Croiset aveva anche precognizione anche per eventi del futuro : vero che numerosi furono i suoi fallimenti, ma è anche vero che le sue capacità extrasensoriali, attraverso le quali riusciva a prevedere eventi futuri, altrimenti non prevedibili, sono state universalmente riconosciute.
Altri esperimenti sono stati condotti nel corso degli anni da studiosi : come, ad esempio, quello delle luci rosse.
Su un quadro vengono fissate delle luci rosse che possono essere accese alternativamente singolarmente o in gruppo : l’esperimento consiste nel chiedere alla persone di indicare quali saranno le luci che si accenderanno man mano.
Le persone sottoposte a questo esperimento si dividono in tre gruppi : quelli che non riescono a prevedere quali lampadine si accenderanno, quelli che hanno una discreta quantità di risposte esatte , e , in numero davvero esiguo, quelle che hanno una percentuale di errore prossime allo zero.
La terza categoria vengono poi sottoposti a ulteriori esperimenti per confermane le capacità extrasensoriali.
La sensitività
La sensitività è dunque una prerogativa fondamentale nei fenomeni di precognizioni : anche noi potremmo esserlo e senza saperlo.
Dunque vale la pena approfondire sottoponendosi a qualche esperimento : e ricordiamoci che le capacità extrasensoriali, se scoperte, vanno “coltivate” e valorizzate.
Per il sensitivo, dicevamo, è come avere una seconda vista in grado di perscrutare qualcosa che è scritto anche se ancora deve avvenire, per quella ragione che abbiamo spesso ribadito che il “tempo” non ha confini e soprattutto non esiste.
Il tempo è quel fattore per cui “misuriamo” lo sviluppo biologico e determinandone una divisione arbitraria.
Diciamo che il “tempo” è passato perchè il bambino diventa adolescente, poi adulto, poi anziano. Perchè da quando era bambino a quando sarà anziano il sole avrà fatto un certo numero di rivoluzioni. Ma in realtà c’è stata solo trasformazione biologica, ma l’istante è lo stesso. Tutti gli eventi sono collocati temporalmente come sulla punta di un ago.
Celebre è la frase nel Vangelo di Cristo :”Io vedo satana cadere dal cielo”. Non io ho visto, io vedo, come se la caduta di satana fosse un fatto che stesse avvenendo in quell’istante e non già in tempo remoto.
Il sensitivo quindi è in grado di catturare con il suo terzo occhio quella parte che noi chiamiamo futuro, ma è collocato esattamente con altri eventi su quella punta di ago che dicevamo prima.
Facciamo un esempio concreto : le famose carte Zener.
In genere si usano con una persona che mescola le carte e poi , senza mostrarla al “sensitivo” ne sceglie alcune in sequenza aspettando che il sensitivo dica la sequanza delle carte.
In realtà alcuni formulano l’ipotesi che il “sensitivo” con il suo terzo occhio legga la carta, ma l’ipotesi più probabile è che il “sensitivo” con la sua seconda vista non veda la carta, ma veda il “futuro” cioè veda la carta rovesciata dopo la sua risposta.
Se il tempo non esiste, il sensitivo sta leggendo qualcosa che è già avvenuto in quel momento,ma che non è stato ancora vissuto.
Qui si innesta il concetto di chiaroveggenza : molti sensitivi non sono riusciti a sviluppare le proprie capacità, la propria seconda vista, altri invece, con un grado di sensitività maggiore, hanno avuto modo di “educare” questà facoltà extrasensoriale , al punto che per loro diventa estremamente facile predire eventi futuri per altre persone, spesso lontani diverse centinaia di chilometri.
Parliamo spesso di persone che si servono di mezzi di concentrazione più disparati : dai cristalli, a oggetti particolari, alle superfici specchiate ecc.
Dunque vale la pena approfondire sottoponendosi a qualche esperimento : e ricordiamoci che le capacità extrasensoriali, se scoperte, vanno “coltivate” e valorizzate.
Per il sensitivo, dicevamo, è come avere una seconda vista in grado di perscrutare qualcosa che è scritto anche se ancora deve avvenire, per quella ragione che abbiamo spesso ribadito che il “tempo” non ha confini e soprattutto non esiste.
Il tempo è quel fattore per cui “misuriamo” lo sviluppo biologico e determinandone una divisione arbitraria.
Diciamo che il “tempo” è passato perchè il bambino diventa adolescente, poi adulto, poi anziano. Perchè da quando era bambino a quando sarà anziano il sole avrà fatto un certo numero di rivoluzioni. Ma in realtà c’è stata solo trasformazione biologica, ma l’istante è lo stesso. Tutti gli eventi sono collocati temporalmente come sulla punta di un ago.
Celebre è la frase nel Vangelo di Cristo :”Io vedo satana cadere dal cielo”. Non io ho visto, io vedo, come se la caduta di satana fosse un fatto che stesse avvenendo in quell’istante e non già in tempo remoto.
Il sensitivo quindi è in grado di catturare con il suo terzo occhio quella parte che noi chiamiamo futuro, ma è collocato esattamente con altri eventi su quella punta di ago che dicevamo prima.
Facciamo un esempio concreto : le famose carte Zener.
In genere si usano con una persona che mescola le carte e poi , senza mostrarla al “sensitivo” ne sceglie alcune in sequenza aspettando che il sensitivo dica la sequanza delle carte.
In realtà alcuni formulano l’ipotesi che il “sensitivo” con il suo terzo occhio legga la carta, ma l’ipotesi più probabile è che il “sensitivo” con la sua seconda vista non veda la carta, ma veda il “futuro” cioè veda la carta rovesciata dopo la sua risposta.
Se il tempo non esiste, il sensitivo sta leggendo qualcosa che è già avvenuto in quel momento,ma che non è stato ancora vissuto.
Qui si innesta il concetto di chiaroveggenza : molti sensitivi non sono riusciti a sviluppare le proprie capacità, la propria seconda vista, altri invece, con un grado di sensitività maggiore, hanno avuto modo di “educare” questà facoltà extrasensoriale , al punto che per loro diventa estremamente facile predire eventi futuri per altre persone, spesso lontani diverse centinaia di chilometri.
Parliamo spesso di persone che si servono di mezzi di concentrazione più disparati : dai cristalli, a oggetti particolari, alle superfici specchiate ecc.
Possiamo essere veggenti e non saperlo?
Ognuno può avere, più o meno sviluppati, caratteristiche di sensitività.
Non occorre farne però l’oggetto continuo e spasmodico di ricerca ad ogni costo.
La quasi totalità delle persone non lo sono affatto : la sensitività è rara, molto rara.
Vero che esiste una “sensitività” diciamo leggera, spesso amplificata dagli stati d’animo.
Ma è e resta una forma rara.
Vale la pena di fare esperimenti, ragionati e precisi : ma se ci dovessimo accorgere che non abbiamo facoltà extrasensoriali, non rammarichiamoci. Rientriamo nel grandissimo numero di persone “normali” e forse dobbiamo essere riconoscenti a madre natura.
La sensitività e la veggenza sono una responsabilità che spesso grava sulla nostra coscienza.
Ma se dopo alcuni esperimenti ci accorgessimo di essere in parte sensitivi, sarebbe un grave delitto disperdere questo patrimonio che è un po’ di tutti.
Il consiglio è quello di valutare per bene e scoprendosi sensitivi, sviluppare le proprie precognizioni per metterle al servizio degli altri.
Non occorre farne però l’oggetto continuo e spasmodico di ricerca ad ogni costo.
La quasi totalità delle persone non lo sono affatto : la sensitività è rara, molto rara.
Vero che esiste una “sensitività” diciamo leggera, spesso amplificata dagli stati d’animo.
Ma è e resta una forma rara.
Vale la pena di fare esperimenti, ragionati e precisi : ma se ci dovessimo accorgere che non abbiamo facoltà extrasensoriali, non rammarichiamoci. Rientriamo nel grandissimo numero di persone “normali” e forse dobbiamo essere riconoscenti a madre natura.
La sensitività e la veggenza sono una responsabilità che spesso grava sulla nostra coscienza.
Ma se dopo alcuni esperimenti ci accorgessimo di essere in parte sensitivi, sarebbe un grave delitto disperdere questo patrimonio che è un po’ di tutti.
Il consiglio è quello di valutare per bene e scoprendosi sensitivi, sviluppare le proprie precognizioni per metterle al servizio degli altri.
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